La carta dei Principi e dei valori di Magistratura indipendente - approvata dall’Assemblea nazionale del 26 marzo 2017 con il convinto sostegno dell’attuale gruppo dirigente, il Presidente Giovanna Napoletano e il Segretario Generale Antonello Racanelli - è il frutto del lavoro del gruppo presieduto da Mario Cicala, a cui hanno partecipato Giulio Romano, Vittorio Corasaniti, Lorenzo Delli Priscoli, Baldovino de Sensi, Gianluca Grasso, Stefano Guizzi, Roberto Mucci, Fiammetta Palmieri, Ilaria Perinu, Francesca Picardi e Luca Varrone.
La carta nasce accanto e a completamento delle proposte di modifica dello Statuto di Magistratura Indipendente, presentate all’ultima Assemblea nazionale e rimesse alla discussione delle assemblee distrettuali.
Il testo intende rappresentare i punti fondamentali che contraddistinguono l’appartenenza alla nostra associazione, guardando alle sue radici con lo sguardo rivolto al futuro.
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Magistratura indipendente[1] nasce negli anni 1962/1963 a opera di un gruppo di giovani magistrati che esprimevano la componente moderata dell'Associazione nazionale magistrati. La “corrente” si colloca all’interno dell’ANM dopo la scissione dell’Unione magistrati italiani con l’idea di superare la distinzione tra “alta magistratura” (ovvero quelli addetti alle funzioni di legittimità e quelli che ricoprivano i più importanti incarichi direttivi) la “bassa magistratura” (quelli addetti a funzioni di merito o agli incarichi direttivi meno importanti).
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La storia della magistratura è fatta senz’altro di istituzioni, di sentenze e di riforme. Questa storia è fatta anche di persone, di idee, di associazioni.
Se le relazioni rappresentano una condizione necessaria dell'uomo, l’associazionismo, anche in ambito giudiziario, è espressione della naturale necessità di condividere idee, valori, pensieri e azioni perché la giustizia è un bene comune che richiede una partecipazione corale.
L’associazionismo non è il “correntismo”.
La carta dei Principi e dei valori di Magistratura indipendente vuole riprendere il senso della nostra associazione, partendo dai valori che l’hanno ispirata e dalle persone che ne hanno fatto la storia, e tra i tanti - accanto agli attori del presente - vanno ricordati Paolo Borsellino, Presidente del Consiglio nazionale, Franco Morozzo della Rocca, Presidente, Enrico Ferri, Segretario generale, Francesco Marzachì, Segretario generale, Edeo De Vincentis, Presidente onorario, Mario Cicala, Presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Maurizio Laudi, Segretario generale, Pier Luigi Vigna, Presidente, Giuseppe Montoro, Presidente onorario, Pino Cariti, Presidente onorario, Giovanni Tinebra, Vice presidente, Romano Ricciotti, direttore della rivista “Critica penale”, Tindari Baglione, fondatore del gruppo.
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In passato[2] Magistratura Indipendente ha tratto la sua forza da un sentimento di “apoliticità” o “impoliticità”, dalla convinzione che il magistrato dovesse rappresentare il prevalere del diritto sugli interessi dei singoli o delle corporazioni, anche in contrasto con i “poteri forti” o di governo.
Oggi Magistratura Indipendente, nel ribadire che l’essenza del magistrato sia quella di essere e apparire indipendente e imparziale, rilegge questa tradizione, esprimendo uno spazio di libertà delle idee, che consente di dar voce alle diverse opinioni, dando rilievo al metodo della collegialità e della inclusione, valorizzando tutti coloro che possono dare un contributo. Di qui il dato di essere moderati nel “metodo” non nei contenuti. Magistratura Indipendente non è l'associazione dei conservatori, di chi guarda nostalgicamente al passato. La questione del metodo non va però confusa con quella della neutralità sui temi della giurisdizione. Il metodo serve per affrontare e risolvere i problemi. Moderazione[3] non è inoltre sinonimo di tiepidezza nelle convinzioni, nelle scelte etiche, né la nostra moderazione nasce dal relativismo o dall’indifferenza, ma dalla convinzione che la civiltà si sostanzia in un complesso articolato di valori.
Vogliamo che le cose cambino quando è necessario e che cambino in meglio. D’altronde, le maggiori innovazioni proposte dal Consiglio Superiore Magistratura in questi ultimi anni vedono protagonisti i componenti eletti di Magistratura Indipendente, come nel caso del nuovo testo unico sulla dirigenza giudiziaria, della nuova circolare sulle tabelle, delle proposte di modifica alla circolare sugli incarichi extragiudiziari, con particolare riferimento agli incarichi di insegnamento, e della proposta di circolare sulle Procure della Repubblica.
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Il progetto di ricerca sulla storia di Magistratura Indipendente, lanciato da Nicola Mazzamuto e approvato dall'Assemblea nazionale dello scorso marzo, si offre come strumento indispensabile per offrire alle nuove generazioni una pagina importante dell'associazionismo giudiziario, allo scopo di proporre i suoi frutti migliori.
«Fate come gli alberi: cambiate le foglie, ma conservate le radici. Quindi, cambiate le vostre idee ma conservate i vostri princìpi» (V. Hugo).
Principi e valori di Magistratura indipendente
1. Indipendenza e autonomia
Magistratura Indipendente promuove e tutela l’autonomia e l’indipendenza della magistratura in armonia con i principi costituzionali, nonché l’autonomia e l’indipendenza di ogni singolo magistrato, giudice o pubblico ministero.
Ferma la legittimità della critica nei confronti dell’operato dei magistrati, purché nel rispetto della dignità della persona e della funzione, Magistratura Indipendente si impegna a difendere ogni singolo Collega da attacchi ingiusti provenienti da qualsiasi fonte, a prescindere dalla sua adesione all’ANM o ad altri gruppi.
2. Magistrati europei
Magistratura indipendente promuove i valori della Costituzione, della Carta europea dei diritti fondamentali e della Carta europea dei diritti dell’uomo, nell’ottica esclusiva dell’integrazione delle tutele.
3. Interpretazione della legge
I giudici sono soggetti soltanto alla legge che deve essere interpretata in sintonia con i principi costituzionali e del diritto sovranazionale, nel rispetto delle scelte del legislatore, ove costituzionalmente legittime.
4. Governo autonomo della magistratura
Il Consiglio superiore della magistratura è un organo di rilevanza costituzionale che svolge funzioni di alta amministrazione, esercitando la discrezionalità tecnica che gli compete, nel rispetto della legge e nell’interesse del buon funzionamento della Giustizia.
Magistratura Indipendente promuove i valori dell’autogoverno responsabile anche a livello decentrato.
5. Tutela del magistrato e della sua dignità
Magistratura indipendente tutela la dignità morale e materiale della professione del magistrato e dei singoli magistrati, anche a riposo; promuove forme di organizzazione dell'ufficio che, oltre a perseguire obiettivi di efficacia e di produttività, siano volte a garantire il benessere psicofisico dei magistrati. Garantisce le effettive pari opportunità tra l’uomo e la donna magistrati.
La maternità, la paternità o la disabilità non devono costituire motivo di pregiudizio al magistrato, in ossequio al principio di uguaglianza in senso sostanziale.
Magistratura indipendente promuove la crescita professionale dei giovani magistrati e la valorizzazione delle loro competenze.
6. Etica e deontologia
L’esercizio delle funzioni giudiziarie costituisce un alto e nobile servizio reso alla collettività; il magistrato si impegna a rispettare e a far rispettare la dignità di tutte le parti del processo; contrasta e reprime ogni abuso degli strumenti processuali e l’eventuale scorrettezza delle parti.
Fermi i principi del giusto processo e dell’efficiente organizzazione dei servizi della giustizia, tutti i processi hanno pari rilievo indipendentemente dalle qualità personali delle parti.
Il magistrato si ispira a prudenza, riservatezza, e sobrietà.
7. Formazione e professionalità
La formazione permanente del magistrato è centrale ai fini della sua autonomia e indipendenza; deve essere quanto più possibile plurale, interdisciplinare e aperta al contesto sovranazionale, sociale, economico e al progresso scientifico e tecnico.
Sono incoraggiati gli scambi culturali con magistrati di altri Paesi.
Il magistrato si conforma nello svolgimento e nell’organizzazione del proprio operato al principio di autoresponsabilità, che lo guida anche nella accettazione di eventuali incarichi extragiudiziari.
8. Responsabilità disciplinare
La valutazione circa la responsabilità disciplinare del magistrato deve ispirarsi a un pieno ed equilibrato rispetto dei principi di tipicità e offensività dell'illecito.
9. Leale collaborazione tra i poteri dello Stato
Magistratura indipendente si impegna perché il pieno organico della magistratura sia sempre garantito, adoperandosi a tal fine presso gli organi competenti.
L’alta professionalità del magistrato deve contribuire alla crescita del Paese anche nello svolgimento di funzioni non giudiziarie, purché attinenti al servizio giustizia, nel rispetto del principio della leale collaborazione.
Magistratura indipendente promuove l’unità della giurisdizione nel rispetto della specificità delle altre giurisdizioni per la migliore realizzazione del servizio giustizia.
10. Incarichi di responsabilità organizzativa
Gli incarichi di responsabilità organizzativa – direttivi, semidirettivi o di collaborazione qualificata – costituiscono un servizio alle collettività territoriali e ai colleghi, per migliorare la qualità complessiva del servizio giustizia e le condizioni di lavoro dei magistrati e degli operatori della giustizia.
Devono essere conferiti secondo attitudini e merito, favorendo la circolarità e la diffusione delle esperienze per la più ampia partecipazione dei magistrati agli incarichi di responsabilità.
[1] M. Cicala, L’area moderata fra magistratura, politica e cultura, in Critica penale, 2000, III-IV, 229; E. Bruti Liberati, L. Palamara (a cura di), Cento anni di Associazione magistrati, Milano 2009. La prima delle “correnti” era stata “Terzo potere” e nel 1964 la componente “progressista” di questo gruppo associativo aveva dato luogo a Magistratura democratica. Unità per la Costituzione nasce all’inizio degli anni ottanta dalla confluenza di Impegno costituzionale e di Terzo potere, mentre nel 1988 vede la luce il Movimento per la giustizia.
[2] M. Cicala, Magistratura e bipolarismo, http://www.diritto.it/articoli/giustizia/emmei.html
[3] M. Cicala, Magistratura e bipolarismo, http://www.diritto.it/articoli/giustizia/emmei.html