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La convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e il nuovo protocollo tra Ministero della giustizia e Unicef

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 mercoledì, 12 febbraio 2025

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di Francesco BARRACCA, Magistrato addetto all’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia, già delegato al benessere organizzativo dei dipendenti del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, del Personale e dei Servizi.

 
 

Premessa
La Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Convention on the Rights of the Child - CRC), è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 ed è stata ratificata dall'Italia con la legge n. 176 del 27.05.1991.
Dal 1989, la Convenzione è divenuta il trattato in materia di diritti umani con il più alto numero di ratifiche: oggi sono 196 gli Stati che si sono vincolati al rispetto dei diritti in essa riconosciuti. Il documento è stato elaborato armonizzando differenti esperienze culturali e giuridiche, dopo quasi un decennio di lavori preparatori.

I principi della Convenzione.
La Convenzione rappresenta lo strumento normativo internazionale più importante in materia di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia.
Essa obbliga gli Stati che l'hanno ratificata a uniformare le norme di diritto interno alle sue disposizioni e ad attuare tutti i provvedimenti necessari ad assistere i genitori e le istituzioni nell'adempimento dei loro obblighi nei confronti dei minori.

L’art.1 stabilisce che “ai sensi della presente Convenzione si intende per fanciullo ogni essere umano avente un’età inferiore a diciott’anni, salvo se abbia raggiunto prima la maturità in virtù della legislazione applicabile”. La Convenzione tutela altresì: il diritto alla vita (art. 6); il diritto alla salute e alla possibilità di beneficiare del servizio sanitario (art. 24); il diritto di esprimere la propria opinione (art. 12) e ad essere informati (art. 13). I bambini hanno diritto al nome, con la registrazione all'anagrafe subito dopo la nascita, alla nazionalità (art.7), hanno il diritto di avere un'istruzione (art. 28 e 29), di giocare (art. 31) e di essere tutelati da tutte le forme di sfruttamento e di abuso (art. 34). L’art.3, comma 2, prevede che “Gli Stati parti si impegnano ad assicurare al fanciullo la protezione e le cure necessarie al suo benessere, in considerazione dei diritti e dei doveri dei suoi genitori, dei suoi tutori o di altre persone che hanno la sua responsabilità legale, e a tal fine essi adottano tutti i provvedimenti legislativi e amministrativi appropriati”, mentre l’art.4 stabilisce che “Gli Stati parti si impegnano ad adottare tutti i provvedimenti legislativi, amministrativi e altri, necessari per attuare i diritti riconosciuti dalla presente Convenzione.
Trattandosi di diritti economici, sociali e culturali essi adottano tali provvedimenti entro i limiti delle risorse di cui dispongono e, se del caso, nell’ambito della cooperazione internazionale”.
Gli Stati aderenti alla Convenzione si impegnano, quindi, ad adottare tutti i provvedimenti (normativi ed amministrativi) funzionali all’attuazione dei diritti da essa riconosciuti e, in particolare, quelli necessari a garantire il benessere del fanciullo. La Convenzione opera, in definitiva, una radicale trasformazione della considerazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, assumendo una diversa impostazione in merito alla loro definizione e alla loro titolarità. Gli strumenti internazionali precedenti facevano, invece, riferimento alla protezione del minore come destinatario passivo di diritti piuttosto che come titolare dei diritti stessi.

I “baby pit stop”.

Come noto l’UNICEF - Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia, è l'organo sussidiario dell'ONU con il mandato, fondato sulla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, di tutelare e promuovere i diritti di tutte le persone di minore età. In coerenza con i contenuti del Nurturing Care Framework for early childhood development pubblicato nel 2018 dall'OMS, dall’UNICEF e dalla Banca Mondiale (organizzazione internazionale per il sostegno allo sviluppo e la riduzione della povertà) per fornire indicazioni e raccomandazioni sulla tutela della salute di bambine e bambini e la promozione della loro crescita, lo sviluppo e il benessere dalla gravidanza fino al terzo anno di vita. L’UNICEF Italia ha dedicato lo specifico Programma Nazionale “Insieme per l’allattamento” alla protezione, alla promozione e al sostegno dell’allattamento e ha attivato il progetto “Baby Pit Stop UNICEF” (BPS), che prevede l’allestimento negli ambienti pubblici di spazi accoglienti dove madri, genitori e caregivers possano allattare e accudire i propri bambini e bambine.

Con questo progetto si intende sostenere la genitorialità e la tutela del benessere del minore attraverso l’attivazione di partnership con i soggetti pubblici e privati che si impegnano per consolidare le conoscenze e le competenze degli adulti con responsabilità educativa e per promuovere stili genitoriali ed educativi coerenti con i principi sanciti dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia.

I BPS sono ambienti protetti, in cui le mamme si possano sentire a proprio agio ad allattare il loro bambino, a provvedere al cambio del pannolino e a farlo giocare. Per questo l'UNICEF Italia, nell’ambito del “Programma Insieme per l’allattamento”, si pone come obiettivo di realizzarne su tutto il territorio italiano, a cominciare dalle proprie sedi locali (i Comitati Provinciali e i Punti di Incontro), e a stipulare accordi con enti pubblici e privati.

Il protocollo sottoscritto dal Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, del Personale e dei Servizi con UNICEF Italia.

In data 29.01.2025 è stato sottoscritto un importante protocollo tra il Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria (D.O.G.), del Personale e dei Servizi del Ministero della Giustizia e UNICEF Italia per l’adozione di misure concrete di sostegno alla genitorialità e alla cura dell’infanzia in tutti gli Uffici Giudiziari italiani.

Il D.O.G., sin dall’ottobre del 2023, ha proceduto ad effettuare una ricognizione delle possibilità dirette ad offrire al proprio personale opportunità di crescita professionale attraverso lo strumento della formazione e del benessere organizzativo, anche attraverso lo strumento delle convenzioni esterne di accesso a beni e servizi dei territori. È stato, quindi, predisposto un programma di convenzioni per beni e servizi quali trasporti, asili nido e di supporto alle famiglie dei dipendenti, servizi utili per la conciliazione tra vita privata e lavorativa, idonei a rafforzare il sistema di benessere lavorativo dei dipendenti (magistrati e personale amministrativo). Il testo di queste convenzioni è accessibile attraverso la rete intranet del Ministero della Giustizia.

L’allestimento dei “baby pit stop” mira ad incrementare gli interventi del Dipartimento nei servizi finalizzati al benessere organizzativo ed è rivolto non solo ai propri dipendenti, ma anche al personale di magistratura, all’avvocatura e tutti coloro che, a vario titolo, frequentano i palazzi di giustizia e necessitano di un luogo riservato e accogliente per la cura di bambine, bambini, genitori e caregivers. UNICEF Italia inoltre garantirà il supporto necessario per adottare progressivamente all’interno degli uffici giudiziari misure concrete di sostegno alla genitorialità e alla cura dell’infanzia.

In particolare il Protocollo ha l’obiettivo di promuovere la conoscenza e la tutela dei principi sanciti dalla Convenzione per orientare le scelte individuali e le politiche sociali; per collaborare per alla realizzazione di attività di informazione e formazione sulla genitorialità responsiva e sui primi mille giorni di vita del, con particolare riferimento alle fasce più deboli e svantaggiate della popolazione; nonché per realizzare negli uffici giudiziari su di tutto il territorio nazionale i BPS nel rispetto dei criteri indicati dall’UNICEF.

Il Dipartimento si impegnerà a promuovere la diffusione dei BPS presso gli uffici giudiziari dell’intero territorio nazionale e a monitorare l’adesione al progetto BPS da parte degli uffici attraverso rilevazioni e monitoraggi specifici, oltre a promuovere momenti di confronto sul tema del benessere del fanciullo e dei genitori. Gli spazi dedicati dovranno essere adeguati e luminosi e si promuoverà la massima collaborazione con i consigli degli ordini degli avvocati per la condivisione di tale iniziativa.

Si tratta di un protocollo molto importante perché mira a rendere gli uffici giudiziari più accessibili ed umani e dove i genitori, che siano essi dipendenti o siano frequentatori anche soltanto occasionali degli Uffici Giudiziari, possano avere degli spazi dove allattare o cambiare il pannolino, in tranquillità e serenità, il proprio bambino.

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